TUNISIA 2009_sdoganati_05

un'ora in fila, giusto in tempo per sentire al telefono Chokri che voleva una bibita moscovita alla frutta. Il caldo va tenuto a bada con bibite ghiacciate.
Chockri è un amico di Sami, proprietario del ristorante tunisino di pesaro, con il quale eravamo d'accordo per consegnargli un barattolo di nutella e informarlo sulla data del nostro ritorno per farci consegnare un pacco da 5kg con dolci tipici che sarebbero stati rivenduti nel ristorante.
una volta usciti Chokri, passeggero di un taxi ci apre la strada fino all'albergo nella goulette. l'asfalto era viscido da far paura, proprio come mi aveva detto bibo.
si scivolava a stare in piedi con gli stivali da enduro, in un paio di rotatorie ho visto Umberto fare due scodate impressionanti, e cosa buffa è stato l'arrivo di fronte all'albergo,
metto la gamba a terra e il piede inizia a scivolare. hahahaha
fortuna umbe che mi ha retto la moto!
ahahahaha
sembravo fantozzi con gli stivali in ferro di ghisa!
salutiamo Chokri, ed entriamo in albergo, sistemiamo i bagagli e portiamo le moto in garage per poi andare a cena. Usciamo a piedi in cerca di un pasto caldo nella goulette, sembra tutto chiuso, tranne un ristorante chiccoso con poliziotto che piantonava l'angolo di strada e teneva sotto controllo le auto parcheggiate di grossa cilindrata di fronte all'ingresso.
Entriamo e tutti ci fanno onori e riverenze, esagerati considerando il nostro abbigliamento.
io con jeans stracciati, felpa dell'88, giacca da enduro e cuffia di lana, umbe convinto di andare ai tropici era con pantalone in cotone leggero, ciabatte infradito e maglia in cotone a manica lunga, a dire il vero sembrava arrivato da una passeggiata lungo lago con George Clooney.
Ci sediamo, leggiamo la carta, prendiamo birra tunisina ed Umbe inizia a raccontarmi di scorpacciate di harissa fatte l'anno prima che in un lampo ce ne portano un piattino con olive, accompagnate da un antipasto di pesce ed altre bontà.
Uno spettacolo! ma timorati dallo sguaraus ci siamo tenuti calmi e siamo passati alla carne e cibi standard dicendoci che saremmo tornati per abbuffarci l'ultimo giorno.

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